Emilio Paolo Taormina, “ Lo sposalizio del tempo”, Edizioni del Foglio Clandestino,
Sesto San Giovanni (MI ), pp.104, € 8,00
Lo sposalizio del tempo, il bel libro di Emilio Paolo Taormina, si articola in due sezioni dai titoli significativi e metaforici, “Nidi” e “Maree”.
In questa nuova raccolta del poeta siciliano l’unione del tempo con la parola poetica si rivela feconda di emozioni, sentimenti, memoria, luci, suoni, colori, odori e rumori, ben incorniciati in un paesaggio mediterraneo, segnatamente siciliano.
Tale paesaggio, impregnato di echi dialettali insulari, non sembra un fondale ma quasi un personaggio vero e proprio.
L’autore si muove tra reale ed immaginario, quotidiano e mistero, religione naturale e simbologia, in due monologhi interiori dove il frammento sembra acquisire una certa compattezza o continuità e una valenza aforistica.
C’è nel libro, inoltre, una pacata delicatezza, un andamento frusciante, vivo ed in movimento, come onde di pensiero che si aprono alle acque della vita.
In sottofondo scorre, nei versi limpidi,scabri ed essenziali, una musicalità che ,ora lieve e gioiosa ora quasi drammatica e malinconica, ricorre all’allitterazione e specialmente all’assonanza.
Svariate immagini di persone( soprattutto una lontana e rimpianta figura femminile), animali e cose attorniano spesso, nel silenzio della notte e nelle ombre, la solitudine dolente ( mai disperata) del poeta, in testi brevi, incisivi, senza orpelli, grazie all’uso frequente della similitudine e dell’analogia.
Sono dunque, quelli del Taormina, versi freschi che, vibrando, sanno colpire il cuore di ogni attento lettore.
Sesto San Giovanni (MI ), pp.104, € 8,00
Lo sposalizio del tempo, il bel libro di Emilio Paolo Taormina, si articola in due sezioni dai titoli significativi e metaforici, “Nidi” e “Maree”.
In questa nuova raccolta del poeta siciliano l’unione del tempo con la parola poetica si rivela feconda di emozioni, sentimenti, memoria, luci, suoni, colori, odori e rumori, ben incorniciati in un paesaggio mediterraneo, segnatamente siciliano.
Tale paesaggio, impregnato di echi dialettali insulari, non sembra un fondale ma quasi un personaggio vero e proprio.
L’autore si muove tra reale ed immaginario, quotidiano e mistero, religione naturale e simbologia, in due monologhi interiori dove il frammento sembra acquisire una certa compattezza o continuità e una valenza aforistica.
C’è nel libro, inoltre, una pacata delicatezza, un andamento frusciante, vivo ed in movimento, come onde di pensiero che si aprono alle acque della vita.
In sottofondo scorre, nei versi limpidi,scabri ed essenziali, una musicalità che ,ora lieve e gioiosa ora quasi drammatica e malinconica, ricorre all’allitterazione e specialmente all’assonanza.
Svariate immagini di persone( soprattutto una lontana e rimpianta figura femminile), animali e cose attorniano spesso, nel silenzio della notte e nelle ombre, la solitudine dolente ( mai disperata) del poeta, in testi brevi, incisivi, senza orpelli, grazie all’uso frequente della similitudine e dell’analogia.
Sono dunque, quelli del Taormina, versi freschi che, vibrando, sanno colpire il cuore di ogni attento lettore.
Francesco Politano
copertina disegno di maurizio barraco
Emilio Paolo Taormina – Lo sposalizio del tempo – Ed. Edizioni del Foglio Clandestino, 2009
RispondiEliminaGià conoscevo Emilio Paolo Taormina dai tempi di “Quinta Generazione”, presso la quale pubblicò alcune delle sue prime cose che io subito lessi e subito apprezzai e per la forma tipografica e per la sensibilità lirica espressa. Poi ci fu un lungo silenzio da parte sua in coincidenza del mio stato di salute divenuto precario.
Improvvisamente ho cominciato a ricevere le sue plaquettes,spesso bilingui, delle sue poesie. Segno di una vocazione alla scrittura poetica radicata e continuata.
Ora se ne esce con “Lo sposalizio del tempo” che contiene le sue due ultime raccolte di poesie, per le quali vorrei esprimere tutta la mia ammirazione.
C’è un lirismo pacato e costante che pervade questa poesia, come tutta la sua produzione anteriore, un lirismo a volte luminoso, a volte pensoso, ma mai cupo e angosciato, che riflette un animo che raccoglie e accoglie le emozioni intense che gli procurano le cose e le situazioni più normali della vita, e le mette sulla carta con la naturalezza di chi è cosciente di ciò che scrive e soprattutto della propria sincerità.
In queste poesie non ci sono sperimentalismi più o meno ardui; c’è invece la tendenza al frammento, però conchiuso, non aperto come quello di origine romantica; e nel frammento si condensa a volte una certa sentenziosità. In uno stile che rimanda direttamente all’eleganza ellenica.
Ma quali sono i motivi di questa poesia, in cui prevalgono i toni autunnali, il grigio sempre presente del pensiero della vita che volge al tramonto?
La natura nel suo splendore e nei suoi profumi, soprattutto la natura della sua regione, la natura con le sue acque, i suoi frutti, il sole della sua estate; l’amore, e soprattutto la nostalgia dell’amore; il dolente lirismo dell’assenza: e nella coscienza che tutto fluisce, tutto scompare, anche la parola; la disperazione per la durata; e quindi la sofferenza per la fugacità delle cose, una fugacità legata strettamente alla concezione del tempo, visto come ente impersonale (giustamente) che non ha il respiro della soggettività dell’individuo. Il tempo visto come una forza al di fuori e al do sopra dello uomo che col suo scorrere ( o siamo noi a passare davanti alla entità del tempo fermo?) lascia segni indelebili nella persona, la cambia (noi diciamo anche la natura); il tempo che fa cadere qualsiasi illusione, che non lascia che una sensazione epidermica nell’animo; il tempo come forza rinnovantesi in un perenne ciclo sempre uguale a se stesso: “ il tempo / ha una porta d’acqua / tutto quello /che l’attraversa / diviene altro”. Questi alcuni motivi fondamentali; ma mi piace chiudere queste poche note sulla poesia di Taormina con una stupenda nota con una sua stupenda lirica: “il rumore / del meriggio / sfiora / l’ombra degli archi / campanili e cupole / hanno gettato/ le ancore / tra quiete onde / di tetti e balconi / il tempo / con sapore / di pane tra i denti / è un breve sussulto alle tempie “.
Erio Sughi